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Mozart ...improvvisa!

Accesso d'ira
VIENNA, Casa di Mozart. 1781
PLAY ME
Andai a Vienna, obbedendo a un ordine dell'arcivescovo

che lì si era recato e aveva sognato di farvi esibire
i propri musicisti di corte. Lì non mi feci problemi a dire quello che pensavo, sull'avarizia del prelato. Pretendevo che mi rispettasse come artista, come creatore di bellezza. Chiarii con sdegno,


mentre la parrucca mi si appiccicava alla fronte per il calore che improvvisamente mi infiammava, che non avrei più accettato che Colloredo mi trattasse come uno dei servi che gli lavavano gli indumenti. Me ne andai sbattendo la porta e agli inizi di maggio,dopo l'ennesimo litigio con l'arcivescovo,e presentai per iscritto a
quest'ultimo le mie dimissioni.Sulle prime, non furono accettate; il camerlengo dell'arcivescovo, d'accordo con quel testardo di mio padre, tentò più volte di convincermi a ritirare le dimissioni, senza riuscirvi; alla fine, in un ultimo, teso colloquio, il conte Arco, il camerlengo,mi buttò letteralmente fuori prendendomi a pedate nel derriére. Narrai l'episodio a mio

padre, scrivendogli in una lettera che ero stanco, che non avrei tollerato oltre, che mi sentivo umiliato, affossato, mutilato nella mia onorabile attitudine artistica! Gli chiesi come poteva mai fidarsi del conte, dopo quello che mi aveva fatto. E gli confermai che no, non avrei supplicato certo per tornare nelle grazie dell'arcivescovo, per me il discorso era chiuso.

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