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Beethoven. Oltre

Musica rivoluzionaria
BONN, Palazzo del Principe Elettore. 1788
PLAY ME
Con la morte di mia madre, mio padre iniziò a bere più di prima,

tanto che, due anni più tardi, mi trovai a dover prendere in
mano la situazione familiare. A soli diciotto anni, divenni formalmente il capofamiglia, responsabile di lui e dei miei due fratelli più piccoli. Mio padre finiva sempre in risse tra ubriachi e alla fine toccava a me tirarlo fuori;


un fardello pesante per un adolescente. Questa pressione, non fece altro che rendermi ancor più amareggiato ed irascibile, caratteristiche che m'avrebbero accompagnato per tutta l'esistenza. Eppure, l'esperienza m'aveva reso anche intraprendente e sicuro delle mie capacità.
Per pagare i conti, trovai lavoro alla corte di Bonn; l'unico posto libero era per
un suonatore di viola. Con una certa quiete economica, riuscii a dedicarmi alla composizione; dedicai un brano ad un eroe da poco scomparso, ovvero l'imperatore Giuseppe II, amata guida illuminata. Il pezzo era così difficile da eseguire, che molti suonatori si rifiutavano di suonarlo; un problema che dovetti affrontare molte volte nella mia carriera.

Gli esecutori dovevano sbrigarsela da soli; a me non interessava se erano pezzi difficili. La mia scrittura era così incredibilmente ed intensamente faticosa... Essa non andava da una tonalità a quella che ci si sarebbe aspettati, ma ad un'altra lontanissima! Il battere non era sempre all'inizio di battuta, sul primo tempo, ma... ovunque!

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