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Beethoven. Oltre

Sezione 1
Sezione 2
Un solo me
GRÄTZ, Distretto di Opava. 1801
PLAY ME
Personaggi ricchissimi, come il principe Lichnowsky,

volevano avermi come compositore, senza condizioni.
Da vero e proprio ribelle, feci subito capire loro che potevano finanziarmi, ma non comprarmi. Volevo essere indipendente da queste "famiglie" aristocratiche; ora andavo d'amore e d'accordo con loro e il mattino dopo andavo in escandescenza come una bestia. I miei sbalzi d'umore e


il mio caratteraccio divennero leggendari, tanto quanto la mia musica. Avevo una superbia smisurata, tant'è che mi credevo secondo soltanto a Dio. Ormai ero un creatore "romantico", un eroe che operava non per il committente, ma per la sua stessa Musa. Dopo l'ennesima lite col principe Lichnowsky, abbandonai infuriato la sua residenza di campagna a Grätz,
lasciandogli un messaggio che diceva: <<Ci sono molti principi, Lichnowsky; c'é un solo Beethoven!>>. La fama crescente mi procurò, per la prima volta, l'attenzione delle donne. M'innamorai profondamente d'una mia allieva: la contessa Julie Guicciardi. Per corteggiarla, composi la sublime Sonata al chiaro di luna, ma ella non aveva intenzione di sposare un

uomo privo di titoli nobiliari, così m'abbandonò. Nei pochi anni trascorsi a Vienna, divenni il pupillo degli aristocratici. Proprio in quel periodo, però, quando le cose andavano per il meglio, iniziai ad udire un ronzio nelle orecchie... Un rumore che divenne sempre più forte... Ben presto, il mio mondo musicale si sarebbe inabissato nel silenzio.

Sezione 3



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